Siamo andati a trovare Adriano Baldassarre, chef giramondo, amico e cliente Gourmet Services
Dopo aver cucinato a Londra e Mumbai e aver aperto svariati ristoranti nel mondo, Adriano Baldassarre è tornato in Italia, a Roma, e ha aperto la nuova versione del “Tordo Matto”, il suo precedente ristorante di Zagarolo, e lo ha rinominato “tordomatto”, scritto senza interruzioni.
Il ristorante si trova in Rione Prati ed è ispirato alla tipica casa di campagna, con tanto di sala da pranzo, tinello – max. 5 persone e la possibilità di trovarsi a stretto contatto con la cucina – taverna e mezzanino.
Ma cenando in “sala da pranzo” ci siamo subito accorti che il parallelismo con una casa contadina è solo architettonico. La tradizione non manca, certo, ma il talento e la creatività di Adriano l’hanno reinventata tramite l’esperienza e la scelta di tecniche innovative.
Doveva essere una cena di lavoro: si è trasformata in un esercizio di contaminazione tra noi, tecnici e progettisti amanti della grande cucina, e uno chef appassionato che ha fatto di una professione un’arte.
E quest’arte gastronomica si è sviluppata in un percorso a metà tra la cucina delle nonne e una gastronomia da “2001 Odissea nello spazio”. O meglio: i colori, i profumi e il gusto ci hanno ricordato l’autenticità di certi antichi sapori, mentre le tecnologie e i metodi sono stati futuristici.
Il nostro ruolo non è quello di critici culinari – una delle tante recensioni potete trovarla sul sito “Gambero Rosso” – ma le tecniche, quelle sì, le abbiamo notate.
E abbiamo rilevato che Adriano Baldassarre per noi di Gourmet Services rappresenta l’uomo giusto al momento giusto: la sua carne d’agnello cotta con una tecnica d’avanguardia, il sapiente utilizzo del ghiaccio secco e l’accostamento con l’ostrica, la capacità d’evitare l’ossidazione delle materie prime sono solo tre esempi di ciò che lo chef del tordomatto riesce a fare con le nostre attrezzature.
Adriano esalta le nostre tecnologie e le nostre tecnologie lo aiutano a realizzare le sue intuizioni e fantasie.
Per questo è l’uomo giusto al momento giusto. Perché con chef del suo calibro al nostro fianco le ricerche che stiamo portando avanti non potranno che perfezionarsi nel tempo.